top of page

Vi racconto la mia storia con l'idrocolonterapia.

Da una tragedia sfiorata a un rimedio naturale che non avevo contemplato prima

Sono Mario Andrea Vadalà, e gestisco lo studio di Idrocolonterapia Baraka a Milano.

Nasco a Milano il 08/11/1978 ma sono un mezzosangue: mio papà calabrese e mia mamma pugliese.
 

Avevo una vita che possiamo definire "normale": affittavo macchine per una compagnia di autonoleggio e la medicina naturale non rientrava nei miei interessi.

Per la cura c'erano i medici e gli ospedali, e comunque li sentivo lontani dalle mie esigenze.

 

Tornando a casa una sera in scooter a 27 anni feci l'incidente che modificò radicalmente il pensiero circa la medicina e diede il via alla mia rivoluzione personale.

 

Il trauma subito fu fortissimo, mi ruppi la testa con perdite di liquido cerebrale, la gamba destra in mille pezzi e feci un paio di settimane in coma.

Non morii per qualche miracolo.

Fu la tempistica dell'ambulanza e l'aiuto provvidenziale di un sincronico infermiere dell'Ospedale Niguarda che si trovava a viaggiare nella mia stessa corsia appena dopo di me, quando si dice il "caso" (sono uno di quelli che dovrebbe accendere un cero in chiesa) o forse semplicemente non era ancora giunto il mio momento.

Dopo un lungo periodo di degenza ospedaliera, curato dagli angeli del Niguarda che mi hanno salvato la vita e si sono presi cura di me, una volta dimesso cominciai il lungo calvario della riabilitazione: dolore, dolore, dolore a non finire, fino quasi a perdere il lume della ragione.
 

In preda alla pazzia del trauma cranico, del fischio alle orecchie e dell'incessante stimolo a stare sveglio iniziai a cercare soluzioni. La medicina ufficiale aveva risolto brillantemente l'emergenza con la chirurgia evitando di recidermi la gamba lesa scampando a una setticemia.


Diversi mesi dopo la mia dimissione ero vivo ma non avevo una salute soddisfacente e lo sconforto si faceva strada dentro me.

Fu una lettura di un libro che mi scosse l'anima e mi introdusse all'idea di dare senso alla mia esperienza di dolore.


Avevo iniziato a pensare che c'era un motivo a tutto e che uscire da quella situazione avrebbe fatto di me una persona più forte.

Con spirito iniziai a sondare tutto il panorama della medicina alternativa. Ero sicuro che in quel mare di terapie, più o meno assurde, dovesse nascondersi la mia soluzione.


Cosi come Siddartha che sa pensare, aspettare e digiunare...

pazientemente iniziai a selezionare empiricamente e razionalmente tutto ciò che mi veniva a tiro, evitando di nutrire lo sconforto.

Incontrai la luce in fondo al tunnel circa tre anni dopo l'incidente.

Mio padre stava soffrendo di prostata, aveva dei dolori e dei problemi di minzione.
Una domenica lo andai a trovare a pranzo e lo vidi incredibilmente allegro.
Aveva un colorito inaspettatamente roseo e lo incalzai con una domanda goliardica..

 

"Ciao papà, ti trovo bene, e anche un po' troppo allegro. Ti sei trovato un'amante?"
"Credo di aver trovato una soluzione per la prostatite. Sto facendo dei lavaggi intestinali"
"Davvero? come funziona: ti fanno bere qualche rimedio lassativo?"

"Non proprio... si chiama idrocolonterapia e in effetti mi sto sentendo molto meglio"
"Dai dimmi tutto, sono proprio curioso.."
"Ma sai Mario, non è proprio una cosa simpatica anche da raccontare. ti infilano un tubo nel sedere e pompano l'acqua calda e vai di corpo come mai fatto prima.
Secondo me potrebbe farti bene, vieni anche tu sabato prossimo"

 

Non so se il suggerimento fosse solo di amore paterno o per condividere un'esperienza che da buon padre virile non avrebbe mai voluto rivelare, ma con l'ottica del "mal comune mezzo gaudio" accettai l'invito.

Del resto le stavo provando tutte e questa cosa oltre che suscitarmi curiosità e allo stesso tempo perplessità...
mi accese una lampadina.
Pensai che al limite una ripulita mi avrebbe fatto solo bene.

 

E quello fu l'inizio della mia avventura miracolosa nel mondo dell'Idrocolonterapia.
 

bottom of page